fine di una stagione 13/14

#8 LA FINE DEL MONDO di Edgar Wright: in ogni fallito si nasconde un eroe

la fine del mondo (2)

REGIA: Edgar Wright
SCENEGGIATURA: Simon Pegg, Edgar Wright
CAST: Simon Pegg, Nick Frost, Martin Freeman, Paddy Considine, Eddie Marsan
NAZIONALITÀ: UK/USA/Giappone
ANNO:  2013

Negli ultimi anni il cinema sembra aver esteso il suo portato epico a generi e pellicole che, in passato, avevano goduto di scenari microcosmici, linee ed evoluzioni narrative abbastanza contenute e atmosfere più “intime”. La commedia, ma anche l’horror e spesso la fantascienza soprattutto angloamericani – i primi due generi referenti del presente e l’ultimo unico e massimo narratore del futuro – affondano le loro radici in un terreno di convenzioni narrative che hanno permesso la nascita di prodotti diversi per genere, ma dotati di troppe somiglianze tra le specie. Insomma, i film appartenenti allo stesso genere, per quanto distinti nella “forma e nel colore”, sono stati caratterizzati a lungo da una struttura narrativa standardizzata e banale che, reiterata nel tempo, ha minato l’originalità di molti prodotti. La possibilità di imbattersi in film dell’orrore e/o commedie davvero sorprendenti è divenuta sempre più rara, tanto da precludere loro l’eventualità di essere promossi a capolavori. Il capolavoro è sempre un prodotto che ha a che fare con qualcosa che è esistito ma che non c’è più, con il passato, e quindi non con una storia ma con la Storia e il suo racconto epico. Il teorico e critico russo Bachtin, riprendendo la distinzione fatta da Hegel tra il romanzo e l’epica, ha sottolineato che il romanzo è costituito dal presente, che è un tempo non concluso, mentre l’epica è collocata nel passato, che è un tempo ormai immutabile e staccato dal presente. Se il personaggio romanzesco vive in una dimensione mutevole e soggetta a rischi, il comportamento dei personaggi epici appare caratterizzato e fissato in maniera definitiva. Il romanzo si basa sull’esperienza individuale, mentre l’epica si ispira alla tradizione universale e quindi mentre il romanzo trasmette una realtà parziale e soggettiva, l’epica ne consegna una totale e oggettiva.
Che cosa c’entra tutto questo con il film in questione? E’ presto detto.
Da un po’ di tempo a questa parte sembra che alcuni sceneggiatori e registi abbiano trovato una via d’uscita alla stagnante situazione in cui versava certo cinema di genere. Uno tra i maggiori esponenti di questa nuova ondata di film che originano come romanzi per divenire vere e proprie epopee, o che portano l’epica nella quotidianità e nelle vite di personaggi molto poco eroici, è certamente Edgar Wright. Con l’ormai famosa “Trilogia del cornetto” il regista britannico non solo ha istituito un nuovo modo di intendere e realizzare i film di genere, mescolandoli tra loro, ma ha anche scelto di far oscillare il baricentro strutturale delle narrazioni  tra una realtà romanzesca e circoscritta, in cui il presente è sì mutevole ma ineluttabilmente segnato e in cui si aggirano tardo adolescenti falliti e annoiati, e una realtà epica e fantastica, in cui tutto pare trasformarsi – per dirla con Marx – nella versione farsesca di classici avvenimenti drammatici o tragici, fino a restituire al fallito di turno la sua dignità di eroe.
Se con Shaun of the Dead e Hot Fuzz (i primi due capitoli della trilogia) Edgar Wright sperimentava ingegnosamente con gli schemi narrativi dell’horror e del cinema d’azione, con The World’s End si spinge oltre, compiendo un passo ulteriore nella direzione dell’epica. Questa volta, infatti, il genere scelto per l’operazione è la fantascienza, genere che permette alla trasmutazione di compiersi non solo convertendo il presente ordinario in un presente straordinario e quindi, con senno di poi, in un passato epico, bensì attraversando il passato (l’infanzia di Gary), il presente (la fase adulta di Gary) e il futuro (un’ipotetica versione di Gary) – un percorso che tende a svilire al massimo identità del protagonista –  ridisegnando successivamente i confini della realtà affinché Gary possa esserne il salvatore, e quindi l’eroe epico per eccellenza. Per fare tutto ciò The World’s End si serve di una piccola storia assolutamente deliziosa nella sua grettezza: Gary King (Simon Pegg), un alcolista di mezza età, ricontatta i suoi amici di infanzia per portare a termine una missione in sospeso da circa 13 anni, ossia compiere un tour di dodici pub (il cui ultimo si chiama appunto The World’s End) sparsi per la cittadina in cui Gary e i suoi amici sono nati e cresciuti. Purtroppo Gary pare l’unico a trovare la missione interessante ed edificante, anche perché la sua vita è completamente priva di impegni e responsabilità, mentre i suoi amici, che hanno tutti una famiglia e/o un lavoro e sembrano ben piazzati nel percorso che va dalla maturità alla realizzazione personale, sono di diverso avviso. Mentre il gruppo di amici guarda al futuro, confidando in un ipotetico successo personale e sociale, Gary guarda al passato, sognando un traguardo che conferisca epicità alla sua infanzia e annulli del tutto il suo patetico e oscuro presente. Se inizialmente il protagonista rappresenta il bersaglio del fato, prossimo a una fine non proprio gloriosa – come tanti personaggi romanzeschi – man mano che la storia procede e si modifica, egli diviene l’unico e vero fautore del destino, e non solo del suo, ma dell’umanità tutta e forse anche di qualcos’altro…
Attraverso un vertiginoso – e forse ciclotimico – percorso fatto di dolore e riflessione, di divertimento e frivolezza, ma anche di grandi bugie e piccole verità, l’insignificante e parziale storia di Gary si trasformerà in un’epopea incredibilmente coinvolgente.
In un’epoca in cui i valori sono tutti sul tavolo delle trattative, perché si è davvero giunti alla fine di una maniera di intendere il mondo, un personaggio privo di nobiltà (di sangue e d’animo) e capace di gestire il rischio perché non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, non può che rappresentare un eroe del nostro tempo. Se si è alla ricerca di un capolavoro, questo lo è senza dubbio alcuno!

Condividi

Articoli correlati

Tag