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Venezia 2017: The Third Murder di Hirokazu Kore’eda (in concorso)

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REGIA: Hirokazu Kore’e'da
SCENEGGIATURA: Hirokazu Kore’e'da
CAST: Masaharu Fukuyama, Kôji Yakusho, Mikako Ichikawa
ANNO: 2017
PRODUZIONE: Giappone

In Mi minore, così è Kore’e’da che sembra non smarrire l’ispirazione, tergiversando questa volta in una variazione non meno drammatica che tiene a sé generi diversi che rispondono, e non potrebbe essere altrimenti, al modo, vien da dire, evoluto, del maestro giapponese. Espressione prima di tutto morale e para-filosofica sull’impossibilità di decifrare la realtà e di giungere alla verità tramite l’analisi e l’osservazione, a metà tra scetticismo e sofismo, oltre che d’impronta di evidente genetica orientale, vivida e superba; ancora, sulla fallacità della Legge, per sua ontologica natura, incapace di stabilire o meno la colpevolezza dell’individuo. Un campo contro campo tra avvocato e condannato, mortali tra mortali, a specchiarsi l’uno negli occhi dell’altro, mentre Fukuyana Masaharu, eccellente attore, incarna tutta la fragilità deterministica del costrutto civile reso inerme, monco, da un soggetto, forse criminale, forse no, che stoicamente imperturbabile lo mette di fronte ai suoi stessi limiti razionali, riportandolo alla natura che costituisce l’esistente, che per Kore’e’da è anzitutto umana ed emozionale.

Il lavoro più metafisico del regista, a tratti commuovente e impalpabile, sotto l’effigi di una classica, composta, elegante e magniloquente regia, in grado di esporre la complessità mosaicata di un tutto inconoscibile.

 

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