venezia-2018

Capri-Revolution – Mario Martone: Italia che vieni, Italia che vai

Regia: Mario Martone
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo
Cast: Marianna Fontana, Donatella Finocchiaro, Antonio Folletto, Reinout Scholten van Aschat
Anno: 2018
Produzione: Italia, Francia

capri-revolution

A distanza di otto anni dal gigantesco Noi credevamo e quattro da Il giovane favoloso, dispiace vedere Mario Martone alle prese con quello che a tutti gli effetti appare come un disorientamento produttivo (personale o imposto che sia).  Perché Capri-Revolution appare a tutti gli effetti come un film o troppo piccolo o troppo grosso a seconda del punto di vista: rispetto ai sopracitati dura troppo poco (122 minuti) ed insieme ha molto più da raccontare, ispirare, trasformare. Ciò di cui il film sembra soffrire maggiormente è appunto la durata, presentando il difetto comune a troppi film: una dilatazione che si prende il proprio tempo, creando senso ed atmosfera nella prima parte, per poi dover accelerare improvvisamente tagliuzzando qua e là per comprimere e dire tutto, o il più possibile.

Ruralità, un’Italia ancora di un’altra epoca (siamo nel 1914, a mala pena, concettualmente, esisteva), mentre le pulsioni della modernità arrivano a disintegrare la calma mentale e sociale dell’isola e della protagonista Lucia (Marianna Fontana). Un nuovo che letteralmente sfonda da più fronti, tra comuni, nudismo, vegetarianesimo, psicanalisi e politica.

E a una prima parte squisitamente osservativa e silenziosa segue una rincorsa al cambiamento, al conflitto, al dialogo (più o meno didascalico, talvolta incastrato o incastonato artatamente) che stravolge ed elimina quella sorta di innocenza senza però colmare quel vuoto che si viene a creare. Il fuoco e il conflitto, rimangono come un groviglio veloce e sì capace di distruggere, far evolvere e crescere, ma frettolosamente, senza lasciarsi gustare, in tutte le sue turbe e i suoi significati.

Senza dubbio, un maggiore spazio alla seconda parte avrebbe giovato, la tipica “mezz’ora in più” (che solitamente sono “venti minuti in meno”).

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