SANCTUM 3D di Alister Grierson

Regia: Alister Grierson
Sceneggiatura: John Garvin e Andrei Wight
Cast: Richard Roxburgh, Rhys Wakefield, Ioan Gruffudd, Alica Parkinson
Anno: 2011

CATABASI ATEA

Il mondo che esplora Sanctum è quello che per anni ha costituito il terreno fertile dei sogni del suo produttore, James Cameron. Sin dai tempi di The Abyss, sappiamo bene che per Cameron gli spazi della fantascienza e del non noto sono fatti di acque, sono spazi liquidi, marini, in cui luci e ombre dominano, e nel quale le condizioni di sopravvivenza degli esseri viventi sono regolate da paletti rigidissimi, da mezzi e regole esterne il cui funzionamento decide della vita o della morte: bombole d’ossigeno per respirare, torce elettriche per vedere, mute termiche per evitare l’ipotermia. Il cinema di Cameron, e Sanctum, può a diritto esserne considerato una specie di appendice, nonostante i nomi di regista e troupe, è un cinema fatto dai limiti del corpo umano, un cinema di macchine, di orpelli tecnologici che stringono e vincolano i corpi immersi in ambienti alieni, in abissi fluidi. Non è un caso se la jungla di Pandora sembra più spesso un ecosistema marino piuttosto che terrestre: un fondale oceanico tappezzato di blu, verde e azzurro, né è per caso che le tecnologie create per il cinema stereoscopico nascano nelle esperienze fatte da Cameron e soci (impegnati anch’essi in Sanctum) con i documentari Aliens of the Deep e Ghost of the Abyss.Avatar e il suo figlioccio Sanctum 3D nascono là, in fisica e teoria/tecnologia.

Tuttavia, Sanctum è film cameroniano ma non è un film di Cameron: al fianco del suo essere vetrina di tecnologie stereoscopiche (che ancora non riescono a essere, malgrado gli sforzi, mezzo di comunicazione oltre la tecnica pura. Marketing del cinema ma non ancora Cinema Stereoscopico), ventaglio di ossessioni d’esplorazione (voce dell’eco: “to boldy go where no other man has been before”) e sfida ai limiti del corpo, è anche un film che affronta i limiti della psiche umana, immergendola in luoghi dove le regole e i sentimenti della “normalità” di qui fuori non trovano posto, dove vige un sistema di leggi altro, un sistema che conosce bene chi ha rifiutato questo mondo, come Frank, il capo-speleologo protagonista del film. Quello che accade in situazioni estreme (gli abissi, le grotte buie, le vette alpine), quando l’unica garanzia di un rapporto e di un equipaggio è la fiducia che ci si ripone, è che non esistono più le combinazioni, non esiste la provvidenza, non ha senso la speranza, ma ogni cosa dipende dalle scelte fatte in partenza, scelta di cui ognuno si assume la responsabilità. Spietato? Può darsi che si possa definire così. Affascinante? Potete scommetterci, come tutte le sfide in cui sai che barare non ha senso.

Ispirato alla storia vissuta da Andrew Wight, compagno di merende di Cameron, co-sceneggiatore e subacqueo di livello, il racconto di Sanctum è quello di una specie di esperimento antropologico in condizioni controllate: un gruppo di persone esperte di ambienti estremi si ritrovano bloccate in un sistema di grotte inesplorate dall’arrivo di un ciclone tropicale, e se vogliono sopravvivere devono trovare una via d’uscita. Cunicoli, budelli, pareti scivolose, cattedrali di roccia sotterranee, è questo lo sfondo scenografico di una discesa negli inferi senza angeli e demoni di un gruppo di tipi umani: padre e figlio, mecenate e protetto, sociopatico e amante dell’estremo, personaggi che si sfaccettano, si rifrangono nel riflesso dell’acqua e nella luce artificiale delle torce; personaggi che collidono, frizionano, stridono, strillano, s’incoraggiano, s’incazzano in e con un mondo d’acqua e roccia, e presto si rendono conto che a guidarli verso una possibile uscita è solo l’esperienza e l’istinto. Un istinto che fa da bussola per la discesa e la risalita nella natura più terribile e al contempo stupefacente, come è sempre la Natura ignota. A guardarli da lontano, ci sono Leopardi e Coleridge. Da un po’ meno lontano, li guardiamo noi spettatori, seduti composti mentre smadonniamo contro i nostri occhialini 3D.

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