in sala

Viene, ci ammazza e torna: UN PIANO PERFETTO di Pascal Chaumeil

un piano perfetto (2)

REGIA: Pascal Chaumeil
SCENEGGIATURA: Laurent Zeitoun, Yoann Gromb
CAST: Diane Kruger, Dany Boon, Alice Pol, Robert Plagnol, Jonathan Cohen
NAZIONALITÀ: Francia
ANNO: 2012

Scorrono i titoli di coda e si alza il sopracciglio nel leggere il nome del colpevole del misfatto, quel Pascal Chaumeil che due anni fa aveva scodellato Il truffacuori, una commedia sfiziosa con due protagonisti simpatici/antipatici al punto giusto e un paio di evoluzioni non scontate, e che stavolta (evidentemente, ci si augura, in letargo prima/durante/dopo le riprese) ci propone quella che probabilmente è la peggiore di quest’anno (e forse non solo).

Starring: Diane Kruger che cerca di scrollarsi dalla pelle la maschera di donna raffinata algida e irraggiungibile (si sforza tanto che le potremmo contare le gocce di sudore sulla fronte, ma a tratti le si può dar atto di riuscirci), e Dany Boon che scaraventa la propria portata istrionica in una commedia romantica. Ma la strana coppia, fuori luogo e fuori tempi (comici) è impacciata e scarseggia di chimica ed equilibrio; oltretutto è azzoppata da una scrittura da mani nei capelli e da un montaggio tanto svogliato e maldestro da far gridare vendetta.

Girato in ottime location (da Mosca al Kilimangiaro!) che avrebbero meritato di far da sfondo ad una storia migliore, all’inizio Un piano perfetto scopiazza noiosamente Il truffacuori sia nella formula dell’acchiappo amoroso con gli interessi (accantonando subito l’idea di partenza della maledizione familiare), sia nella presenza delle figure marginali di una sorella e un cognato un po’ fuori di testa (quanto ci manca il pazzo appassionato di Formula 1 che nel Truffacuori si finge davanti a un’incredula Paradis idraulico straniero scemo e con prole affamata!).
Poi, dopo la concretizzazione del matrimonio tanto bramato (cui, nei piani della Kruger/Isabelle, dovrebbe seguire un immediato divorzio) il ritmo cala ulteriormente ma almeno, in teoria, siamo vicini alle battute finali: e invece no, il film non è neppure a metà (!!). E a questo punto la pellicola diventa un’insostenibile escalation di déjà vu mal riproposti, che non fanno ridere e trasformano l’esperienza in sala/in salotto/davanti al pc/ovunque siamo in un’agonia.

La seconda parte è praticamente il remake francese e senza verve di Come farsi lasciare in dieci giorni, e si infarcisce di una serie ulteriore di situazioni insulse e sbeccate, gag scatologiche che non strappano un-sorriso-uno (anche se non ci fanno mancare nulla, dalla pipì addosso al vomito in volo, e c’è anche un leone in CGI).  Per non parlare delle motivazioni insensate e campate per aria dei due personaggi (e d’accordo che è un film e per di più un film romantico, ma in questo caso la sospensione dell’incredulità è sotto la suola delle scarpe), i quali sono per di più (e sempre più) incredibilmente cretini e insopportabili. Il che sarebbe anche una scelta interessante, se l’intenzione fosse di far soggiacere alle dinamiche della rom com una satira sociale: il problema è che ovviamente non è questo l’intento degli autori.

Peggio di un film brutto c’è solo un film inutile: ma davanti ad un film brutto e inutile, ancor più che dispiaciuti, ci si sente fregati.

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