SOMERS TOWN di Shane Meadows

REGIA: Shane Meadows
SCENEGGIATURA: Paul Fraser, Mother Vision

CAST: Thomas Turgose, Ireneusz Czop, Piotr Jagiello
NAZIONALITÀ: UK
ANNO: 2008 

MAREK MEETS TOMO

Somers Town, una zona della Londra centrale dove collidono le abitudini e le esistenze di un mondo multiculturale, un posto in cui relazioni e amicizie possono nascere da culture e stili di vita parallelamente opposti. Qui si conoscono due ragazzini, il figlio di immigrati polacchi Marek e Tomo, scappato di casa per cominciare una nuova vita a Londra e mandare al diavolo le East Midlands: un rapporto di amicizia nato dal niente, se non la passione per la graziosa cameriera francese di un caffè del posto, la voglia di passare le giornate nel dolce far niente e la necessità, almeno per Tomo, di trovare un posto dove dormire. Chi ha conosciuto Meadows per le sue opere a tinte più fosche, potrebbe stupirsi nel vederlo alle prese con una storia leggera di maturazione adolescenziale, tema, quest’ultimo, già trattato dall’autore in un’opera ben più conosciuta e celebrata come This Is England, pellicola comunque ambientata in un delicato periodo storico per il Regno Unito come i primi anni ottanta. Scegliendo di girare in bianco e nero e dotato di un budget da vero film indipendente (o, a quanto si dice, scegliendo di spalmare in un lungo di neanche un’ora e mezza la disponibilità economica datagli dai finanziatori dell’Eurostar per girare, come prima idea, uno spot per la loro compagnia ferroviaria), Meadows adotta la linea della semplicità per dare alla pellicola un fascino popolare in cui sembra di respirare un’aria di proletariato alla Ken Loach -soprattutto dei film di quest’ultimo risalenti all’era Thatcheriana- seppur con protagonisti, storie e corde umoristiche spesso molto differenti.  Paradossalmente, è proprio questa semplicità a limitare la riuscita generale del film, questo voler a tutti i costi “piacere” allo spettatore indulgendo sulle molte, troppe concessioni della sceneggiatura scritta da Paul Fraser, in cui il desiderio di realismo cozza con la necessità di una pur minima drammatizzazione del rapporto tra i due adolescenti e il microcosmo che si crea da questa nuova amicizia, e quando lo squallore della realtà urbana viene messo in sottotesto o sfondo della vicenda, lo sviluppo dei personaggi si esprime con eccessiva, ilare semplicità, lasciando contemporaneamente due bicchieri mezzi vuoti. Se c’è un pregio nello stile narrativo di Meadows, e soprattutto elemento che si sta affermando come cifra narrativa dell’autore, è quello di saper cogliere lo spirito del tempo e delle ambientazioni nelle storie che racconta, dipingendo in questo caso una Londra che è un calderone ribollente di etnie e inquietudini giovanili, inquietudini espresse in maniera molto meno violenta rispetto a This Is England ma non meno pregne, enfatizzate dal melting pot che sommerge tutto, come una Torre di Babele in cui, all’occorrenza, ci si può capire reciprocamente. Girato nel 2008, Somers Town può essere considerato, senza che questo assuma significato dispregiativo, uno dei lavori minori di Shane Meadows, un film divertente e divertito che non ha (e forse non vuole neanche avere) lo spessore e l’impatto drammaturgico di altri lavori del regista, senza ombra di dubbio considerato, da pubblico e critica, come una delle speranze più fulgide del new cinema britannico.

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