DAVID CRONENBERG passo 1 – Fusis kai logos

Premessa:
Il cinema di David Cronenberg e David Cronenberg stesso sono fonte di prominente riflessione, rispettivamente sociale e sociologica, associata dallo stesso autore a due ere teorico-cinematografiche ben distinte,

quella della
-NUOVA CARNE
e quella della
-NUOVA PSICHE
Consociate a loro volta da una fase transitoria di cinema binomico concernente il dualismo tra le stesse concezioni cronenberghiane sopra citate, parti in continua rivisitazione, elaborazione ed evoluzione di sé, verso nuovi stadi della psicologia post-moderna attraverso il cinema. Il medium che si fa feto di un nuovo corpo scientifico e umanistico.

Potrà sconcertare e spiazzare i più un simil tipo di introduzione cinematografica al mondo di David Cronenberg, pianeta percettivo che poco ha a che vedere con il cinema in senso pregnante e idealizzato, ma molto deve alla corrente interpretativa di taluni fruitori del suo cinema, quasi sempre abituali perché inseriti in un processo di metamorfosi psico-carnale, che chissà verso quali lidi o catalogazioni semantiche condurrà ancora.

Saranno suddivise quindi tre passi di analisi filologica pertinenti il cammino profetico intrapreso da David Cronenberg, a cavallo tra il primo ed il secondo millennio.

FUSIS KAI LOGOS

In un panorama fisico come quello canadese è facile reperire nella natura circondante qualcosa di attraente, inquietante e terribilmente eccitante (l’occhio orifizio che appare tra le foglie in Stereo).

David Cronenberg nasce a Toronto il 15 marzo 1943, ragazzo ben educato della middle class nord americana cresce in una famiglia che attribuisce grande importanza ad una formazione (educazione e istruzione) di tipo umanistico, ma rimane folgorato giovanissimo da come la mente umana possa essere elaboratrice di concetti fenomenologici di tipo scientifico e biologico. Tanto accresce in Cronenberg questo particolare interesse vivificatosi per la biologia, da portarlo ad iscriversi all’Università di Toronto, non senza varie e numerose indecisioni. Il percorso di studi intrapreso lo porta ad acquisire fin dal principio uno sguardo oggettivo e clinico verso ogni oggetto della e sulla terra, che anziché scientifico lo porta a comportarsi proprio come un fisiologo greco od un cognitivsta. I fenomeni da lui osservati sono scaturiti da entità onnipotenti che tutto possono muovere e fagocitare nell’animo umano, così da distogliergli l’attenzione sui problemi di biologia, indirizzandolo altresì verso amicizie di studenti in materie umanistiche, lettura e scrittura fervide. Inizialmente la scrittura procurò a Cronenberg una certa fama per diverse pubblicazioni su magazines di scienze applicate e fantascienza, cosparse già di quei temi che imposteranno la “tesi” dei suoi primissimi lavori cinematografici. Ciò su cui si interrogò i più tardi anni della sua adolescenza fu “come un essere umano potesse realizzare un film”. Dubbi che cospargono la mente del regista e motivano in parte la sua speciale attenzione verso il contenuto più che la forma, proprio come i suoi “scienziati pazzi” o iper-creativi (Il demone sotto la pelleRabid – Sete di sangue) che badano maggiormente al fine e minormente alle “complicazioni”.

Così, spronato dalla genitrice pianista e dal padre redattore del “Toronto Telegram”, Cronenberg segue l’esempio dell’amico coetaneo David Secter, realizzatore di un lungometraggio con gli attori che in futuro apparterranno al cast di Rabid – Sete di sangue.

David Cronenberg ottiene 300 dollari per realizzare Transfer nel 1966, cortometraggio interpretato dai suoi amici Mort Ritts e Rafe Macpherson, e da lui stesso diretto, sceneggiato, fotografato e montato. Primo importante lavoro, in cui il paziente di uno psichiatra inventa parte della sua vita per il semplice gusto di assistere alle reazioni del professore che lo ha in cura. Ambientato in mezzo a una distesa di neve con i due protagonisti seduti a un tavolino, Transfer rappresenta il lato più piacevolmente nonsense del primissimo Cronenberg, comunque già consapevole di quali sarebbero stati gli eventi paranoidi a cui si sarebbe dedicato in futuro, con identici personaggi a raccontare.

Di diametralmente opposta ambientazione, claustrofobica e criptica è quella di From the drain (Dal tubo di scolo), costato 500 dollari e interpretato dal solito Mort Ritts insieme a Stephen Nosko. Trattasi di un allucinogeno ritratto di due uomini (nuovamente due), che tengono un dialogo all’interno di una vasca da bagno perfettamente vestiti. I temi affrontati dai due extra-terrestri provenienti da un futuro imprecisato (anticipazione della specie scanners?) riguardano la biologia relativa l’essere umano postbellico, mentre lo scienziato parla però, una pianta carnivora fuoriesce dal tubo di scarico per strangolarlo. L’interlocutore, probabilmente spia, poliziotto o cospiratore, gli afferra le scarpe per gettarle sopra un mucchio di altre calzature, facendo presumere che ci sia una crociata indotta per la soppressione dell’informazione riguardante la guerra.
Il significato attribuito a queste due opere per Cronenberg assume connotazioni surreali e underground, e questo lo si può intuire da numerosi elementi della messa in scena, in primis i contrapposti e onirici background che confondono di per sé le idee, e in secundis i mozziconi narrativi che sorprendono lo spettatore verso raccordi logici quasi farseschi, o legati al mistero umano più intimo e universale. Le uniche due location esterne ed interne proposte dai due corti assumeranno le veci di cornice asettica, fredda e propriamente claustrofobica nei successivi primi due lungometraggi di Cronenberg, più precisamente Stereo Crimes of the future. Infatti queste due opere notoriamente parallele nella filmografia cronenberghiana, appaiono come le estese analisi semantiche e fisiologiche delle teorie incluse nei primissimi due lavori amatoriali di cui si è parlato, che saranno ancora sfruttata merce di scambio concettuale, visivo e visionario nelle future e professionali produzioni cinematografiche del canadese. Basti pensare alla scena cult de Il demone sotto la pelle, nella quale Barbara Steele distesa nell’acqua della vasca da bagno viene penetrata da un parassita del virus venereo, appena affiorato dal tubo di scolo. Si delinea in questa maniera anche una coerenza espositiva tra trapasso esteriore di morte riscontrabile, scomparsa del corpo e presenza di scarpe, e trapasso organico di morte neurologica, contrapposta all’insorgere di inferme facoltà erotiche e sessuali, iniziatrici del tema di cui Crash sarà il maggior narratore.

FINE 1° PARTE

DAVID CRONENBERG passo 2 – Appendic(it)e futurista

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