verboten!

Verboten: RETURN di Liza Johnson

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Regia: Liza Johnson
Sceneggiatura: Liza Johnson
Cast Linda Cardellini, Michael Shannon, John Slattery
Nazionalità: USA
Anni: 2011

«Breakfast where the news is read,
television children fed,
unborn living, living, dead»
The unknow soldier, The Doors 

A difendere pellicole come Return si corre un grosso rischio: quello di (voler) risultare hipster al cubo, indie a tutti i costi. Pazienza, perché l’esordio di Liza Johnson vale l’eventualità di vedersi appiccicata tale etichetta. Analizzare Return equivale a mantenere il dono dell’oggettività sospesi su due fronti: da una parte l’originalità portata in dote dall’opera prima, dall’altra una certa prevedibilità stilistica che da un po’ sembra caratterizzare la confezione estetica di molte produzioni indipendenti americane.

La letteratura cinematografica statunitense si è spesso interrogata sulla figura del reduce, Liza Johnson rompe e al tempo stesso riedifica i ponti con i film che l’hanno preceduta, immergendosi a modo sue tra le righe della tematica, proponendo una figura femminile come polo d’attrazione: scelta, quest’ultima, più unica che rara. D’impatto si pensa alla Bigelow, all’azione che improvvisamente rallenta con Il mistero dell’acqua fino ad arrivare a The Hurt Locker e (in parte) a Zero Dark Thirty; pellicole nei riguardi delle quali Return intreccia un legame tanto profondo quanto latente, relazionando Linda Cardellini al bigelowiano Jeremy Renner.

Novità certamente, a braccetto con elementi visivi più auspicabili che prevedibili. L’incipit di The Wrestler ha fatto scuola, Liza Johnson lo cartacarbona alle sue esigenze seguendo di spalle Linda Cardellini, introducendola, presentandoci così la sua protagonista e di fatto gettando le basi per la circolarità senza volto che sarà firma in calce di fine racconto. Aronofsky inoltre, resta citazione costante attraverso il parallelo, spontaneo, tra il Rourke commesso al supermarket e la Cardellini operaia in fabbrica: Van Sant, che questa concezione di cinema l’ha praticamente estratta dal cilindro e riproposta in Promised Land, veglia dall’alto; mentre alcuni camera car rimandano addirittura a Friday Night Lights, non fosse per una macchina da presa qui rilassata e pressoché ignorante alle oscillazioni da mal di mare, invece che isterica e a spalla. 

Return è storia che pulsa di semplice quotidianità, messa in scena solo superficialmente dimessa, essenziale come gli scorci che la circondano, cinema fatto di attori: Linda Cardellini certo, seguita a ruota da un Michael Shannon capace di razziare qualunque provvista di aggettivi messa a disposizione di chi guarda; sciatto, trasandato, figlio legittimo della provincia statunitense mai così tra le righe emotive di un personaggio, eppure monumentale nell’inscenare, con parimenti abilità, il ruolo dell’amorevole padre di famiglia prima e del marito carogna (o semplicemente esausto) poi.

Jeff Nichols inizia a fare scuola. Liza Johnson si presenta come promettente allieva.

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