venezia 78

MONA LISA AND THE BLOOD MOON di Ana Lily Amirpour – Recensione

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Regia: Ana Lily Amirpour
Nazionalità: USA
Cast: Jeon Jong-seo, Kate Hudson, Craig Robinson, Ed Skrein

Per qualche assurdo motivo si continua a dar corda a realizzatori così. Come se non fosse bastato il precedente The Bad Batch, ci ritroviamo nuovamente in Concorso Ana Lily Amirpour e le sue video-cose. Questa volta, ancor più della precedente, ci ritroviamo davanti a un’accozzaglia empia di avvenimenti on-screen legati da qualche filo narrativo, assai esile e ritrito (ma ovviamente non è questo il punto) in cui a farla da padrone sono lucine e lucette, vestiti e soprammobili.

Patinato, sconclusionato fino ad essere irritante, Mona Lisa and the Blood Moon sembra combaciare con la definizione odierna di “contenuto audiovisivo” che, senza canone alcuno, porta avanti un proprio discorso ma senza alcuna intenzione, senza alcun gusto, senza una propria concezione che riesca a definire un “qualcosa”. Si tratta di una stimolazione sensoriale che par figlia di un generico “guardare” e “sentire”, di un darsi a pixel che si susseguono senza natura, completamente artificiali nell’animo, patinati fino allo sfinimento.

Perché la sua non è una regia “du look” ma un consapevole e ormai definitissimo (nel suo non essere niente) non voler (o non saper) dire nulla. Siamo alla quintessenza dello shooting fine a se stesso, una semplice applicazione tecnica di cuoi non sentiamo un “tentare” ma un deliberato e inconsulto svuotamento di tutto quel che potrebbe essere un potenziale. Sono film come questo a farci capire quanto il tutto sia sempre e solo una questione di immagini, ossia che, pleonasticamente, il Cinema sia una questione di Cinema.

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