FLIGHT di Robert Zemeckis

REGIA: Robert Zemeckis
SCENEGGIATURA: John Gatins
CAST: Denzel Washington, Tamara Tunie, John Goodman, Kelly Reilly
NAZIONALITÀ: USA
ANNO: 2012
USCITA: 17 gennaio 2013

CHI HA INCASTRATO ROBERT ZEMECKIS?

Denzel Washington è il pilota d’aereo Whip Whitaker, genio e sregolatezza, tanto abile nel condurre un volo, quanto dedito a vizi, alcool prima di tutto. Riesce a compiere l’impresa impossibile di un atterraggio d’emergenza di un aereo che stava inevitabilmente precipitando a spirale, con manovre che fanno capovolgere il velivolo. Vittime contenute, Whip è acclamato come eroe. Ma nell’inchiesta sulla causa dell’infortunio dovrà cercare di nascondere le notti dissolute precedenti il decollo, e la sua propensione all’etilismo.

Mai metafora fu più azzeccata come quella, involontaria, della prima parte del film, la traiettoria dell’aereo. Il film inizialmente sembra essere decollato alla perfezione, spettacolare ‘disaster movie’ davvero disturbante, in grado di far vivere allo spettatore un’esperienza da montagne russe. E una narrazione alternata, alla Griffith, con due storie parallele il cui legame si palesa solo nella scena in cui i soccorritori portano via la ragazza dopo l’overdose e vengono improvvisamente sorvolati dall’aereo rovesciato. Ma alla fine il film si schianta, stavolta, inesorabilmente e rovinosamente, degenerando in pellicola moralista contro l’etilismo, in stile pubblicità progresso targata SERT, di quelli che vengono proiettati a scopo didattico in scuole e oratori. E la caduta alla fine è proprio in picchiata verticale. Perché tutto sommato il film riusciva anche a mantenersi in quota, grazie alla eccezionale recitazione di Washington, con i suoi tic nervosi e le sue espressioni che rivelano una personalità consumata dall’alcool, con il suo travaglio interiore. E anche grazie alla solida capacità registica di Zemeckis, alla sua conoscenza dei meccanismi spettatoriali, ai suoi ingredienti da cinema hollywoodiano classico, capace di creare emozioni anche da situazioni prevedibili e scontate.

Zemeckis è stato un regista cult, cresciuto all’ombra di Spielberg, un regista bambino capace di creare dei rutilanti giocattoloni cinematografici. Ma ora quale scatola nera ci potrà dire chi ha incastrato Robert Zemeckis?

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