BATMAN BEGINS di Christopher Nolan

REGIA: Christopher Nolan
CAST: Christian Bale, Michael Caine, Katie Holmes
SCENEGGIATURA: David Goyer, Christopher Nolan
ANNO: 2005

LA GENESI DI UN MITO

Così come ad Oliver Stone capitò di riscattare le sorti del colossal storico consegnando finalmente uno spessore psicologico di tutto rispetto al suo protagonista, Alessandro Magno, allo stesso modo il talentuoso ChristopherNolan (sorretto dallo sceneggiatore Goyer) ci propone un uomo pipistrello con una personalità finalmente ben delineata e delle motivazioni solide.
Si, perché affogare il film di effetti speciali ed azione non è chiaramente il progetto di Nolan Goyer. Riproporre un’altra inutile accozzaglia di eccentrici criminali e poi andare giù a suon di scazzottate e sparatorie con un Bruce Wayne gigione e apparentemente spensierato sarebbe voluto significare ripercorrere gli errori di Joel Schumacher (che molti fan dell’(anti)eroe mascherato ancora non si spiegano) buttando via quanto di buono il progetto prevedeva.
Da questo punto di vista il film appare più che mai riuscito. Se qualche impercettibile sbavatura di sceneggiatura (ai più pignoli) la si può concedere a puro livello d’azione, sul piano introspettivo il lavoro di scrittura è invece impeccabile. Perché è chiaro e limpido, alla fine di tutto, il perché di Batman, il perché di quel vendicatore, anzi giustiziere, misterioso che si cela nell’oscurità e dietro ad un simbolo. 
Non ci si può nemmeno aggrappare ad una presunta banalità o retorica nei dialoghi perché così deve essere quel personaggio nato da un fumetto, perché così ci piace Batman: con quelle frasi fatte sulla paura e filosofie (nemmeno troppo) spicciole, con l’inconfondibile vena ironica nelle sue lapidarie battute, con il buon Alfred che dà del lei al “signorino Wayne” e non accetta resa, con i cittadini di Gotham che lo invocano e puntualmente lo vedono spuntare dalle tenebre in loro difesa, con il pipistrello che cade e poi si rialza. 
Questi e molti altri sono i dettagli che ci riconducono alla memoria del Batman che tutti conosciamo e che non potevano perciò mancare. E su questi dettagli ci si doveva inserire costruendo una solida motivazione alle sue gesta, un inizio di tutto il più convincente possibile.
Quello raggiunto alla fine è un realismo che rimane splendidamente intriso della magia del supereroe “umano” per eccellenza, senza l’atmosfera goticaburtoniana né gli effetti speciali di Schumacher ma con una chiarezza maggiore.
Ecco allora un Bruce Wayne che è mosso inizialmente da rabbia e pulsioni vendicative, che combatte i sensi di colpa, che deve perdersi prima di ritrovarsi, che esorcizza le paure solo quando ha imparato a conoscerle, che apprende tecniche ninja e le potenzia con l’ ingegneria militare, che individua in un simbolo, il pipistrello, una figura incorruttibile che colpisca la criminalità nella mente prima che nel corpo. 
Batman è la figura che incute paura a chi, la paura, la semina in una Gotham City umida, sporca, corrotta che si serve nella finzione dei quartieri abbandonati di Hong Kong e delle panoramiche di Chicago. 
Quando si parla di giustizia come equilibrio del come combattere la paura non possono non saltare alla mente, magari stupidamente, i germi di un occidente post 11 Settembre, ma il ragionamento si spingerebbe in un discorso politico inutile. 
Ottimo il cast a partire da Bale, impressionante la sua muscolatura considerando il fisico scheletrico sfoggiato ne L’uomo senza sonno meno di un anno prima, e Caine nei panni di Alfred. 
Senza infamia né lode l’interpretazione di Katie Holmes che nel ruolo ha sbaragliato la concorrenza di Natalie Portman (che francamente non vedo nei panni di un procuratore distrettuale..) e Sarah Michelle Gellar. 
Lascio perdere le considerazioni sul doppiaggio…e chiudo con una battuta del carismatico Morgan Freeman alla conferenza stampa: “Se ho fatto questo film solo per soldi? no: faccio tutti i film solo per soldi! E’ per quello che lavoro. E se mi chiedete se con Batman Begins ho guadagnato abbastanza da potermi permettere il progetto a cui sto lavorando su Nelson Mandela… beh, probabilmente sì”.

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