OLTRE LE REGOLE – THE MESSENGER di Oren Moverman

REGIA: Oren Moverman
SCENEGGIATURA: Alessandro Camon, Oren Moverman
CAST: Ben Foster, Woody Harrelson, Samantha Morton, Jena Malone
ANNO: 2009

MANUALE DI GUERRA (E PACE)

Oltre le Regole – The Messenger è un film di guerra. D’accordo, non contiene battaglie, non mostra morti, non contempla lo sparo di un solo colpo – dopotutto è la storia di due uomini, due militari, col compito di notificare ai parenti la morte di un congiunto in un qualsiasi conflitto nel quale le forze armate USA siano coinvolte; avete presente i due in divisa e mostrine che suonano al campanello di case con la bandiera americana in vista per gettarci la disperazione? Ecco, proprio quelli – ma rimane comunque un film di guerra, per il semplice fatto che rappresenta un paese, più o meno consciamente nei suoi cittadini, in guerra. Come esista e viva una società in stato costante di conflitto lo sa bene Oren Moverman, che viene da Israele e ha passato i suoi anni nell’esercito, prima di diventare sceneggiatore (I’m Not ThereJesus’s Son) e infine, con questo film, debuttare in regia: tra il senso di colpa dei soldati rimasti in patria, la rimozione della gente comune che crede di non esserci, in guerra, la negazione della morte nei congiunti dei soldati caduti e l’impossibilità di comunicare tra i reduci e chi è rimasto a casa.

Da bravo sceneggiatore, Moverman ha realizzato un film con le due armi più classiche e scontate: la scrittura di una storia e delle sue situazioni e l’interpretazione dei personaggi, che serve a creare empatia nello spettatore e che giustifica la scelta della forma cinematografica invece della semplice forma letteraria. La formula di Oltre le Regole – The Messenger è semplicissima: prendi uno script blindato, dai fiducia agli attori che scegli e ti metti a riprenderli con una mdp mentre portano a termine il compito affidatogli; roba vecchia come il cinema, roba vecchia come il teatro, roba vecchia come l’uomo.

Lo script blindato è la storia di due soldati dalle personalità opposte e dalle esperienze distanti, incaricati di notificare ai parenti delle vittime di guerra la morte di un congiunto: uno lo fa seguendo il manuale del perfetto cinico (quello in cui sta scritto anche che se fai il cinico sotto sotto sei un tipo fragile), l’altro che invece porta in faccia i segni freschi della guerra e nel cuore la tensione a simpatizzare coi parenti (cosa che secondo il manuale, naturalmente, non dovrebbe fare, e che lo fa andare “oltre le regole”); a sparigliare le carte, la tensione erotico-amorosa che si sviluppa tra uno dei due e la moglie di un soldato morto, perché si sa: senza il romantico, un film così (già senza azione, e senza commedia) a chi lo vendi?
Gli attori scelti sono Ben Foster, un passato da cattivone (Alpha Dog3:10to Yuma) e la faccia giusta per fare il reduce ferito nel corpo e nello spirito che vorrebbe consolare i destinatari delle sue notifiche, e Woody Harrelson, versatile e professionale (Assassini NatiLarry Flint – Oltre lo scandaloZombieland), oltre che pronto a stupirci col suo Capitano duro ma tormentato; Samantha Morton è la vedova sensibile ma non sconvolta, coinvolta nell’amore impossibile col Sergente di Ben Foster.
Tre interpretazioni intense, tre pezzi di bravura che fanno di questo film così poco cinematograficamente invitante un film che funziona molto, molto bene. Con la guerra sempre dentro le teste dei protagonisti, Oltre le Regole – The Messenger si svolge languidamente e con calma (ma senza rinunciare a un pizzico di ironia) mentre le persone che vivono le vicende sullo schermo – perché quando son così ben scritti e recitati, come li vuoi chiamare i personaggi, se non persone? – cambiano, maturano, elaborano traumi e sensi di colpa, cominciano a guardare al futuro, oltre la guerra. Il film funziona bene, si diceva, pur nel suo essere comunque cinema stantio, senza la volontà di stupire, di usare il mezzo cinematografico per comunicare qualcosa che vada oltre la storia dei personaggi. Se ci si accontenta, basta e avanza.
Oltre le Regole – The Messenger parla della guerra che la gente si porta dentro anche se non se ne rende conto, perché dopotutto il mondo post-undici settembre ha ricominciato ad andare così. Tuttavia, tirati i conti alla fine della visione, ma pure prima con un po’ di attenzione, il film non è solo la storia della guerra lontano dalla guerra, quell’atmosfera che regista e sceneggiatori ci fanno respirare per tutto il tempo, ma è anche (forse, soprattutto) qualcosa d’altro. E questo qualcosa d’altro non è l’Amore – quello tra la Vedova e il Sergente (gli diamo un nome generico così, per preservare la generalità, l’universalità della vicenda) – come potrebbe pure sembrare del resto, ma bensì l’Amicizia, quella tra il Capitano e il Sergente, che è poi quello che li farà uscire insieme dall’ossessione della guerra senza la guerra, da un impasse che da soli non sanno come affrontare: un antidoto alla Guerra.
Guerra e Amicizia, Guerra contro Amicizia.

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