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MASTERS OF HORROR: PELTS
REGIA: Dario Argento
SCENEGGIATURA: Matt Venne
CAST: Meat Loaf, Link Baker, Emilio Salituro
ANNO: 2006
A cura di Giovanni Nasti
TORINO 06’: CULI, SANGUE,
ARGENTO
Dario Argento è senza dubbio il
regista italiano di cinema di genere, commedia a parte, di maggior successo nel
mondo, dopo Sergio Leone. Se la
maggior parte dei suoi lavori più recenti hanno ricevuto una tiepida
accoglienza, oltre che, come al solito, dai critici, anche dai suoi numerosi
fan sparsi per il mondo, l’annuncio del nuovo film del regista romano ha
da subito creato grande attesa ed entusiasmo tra i cultori di film horror. Si
tratta infatti de La Terza Madre,
film che dovrebbe rappresentare il capitolo conclusivo, insieme a Suspiria e Inferno, della trilogia argentiana dedicata all’orrore
“sovrannaturale”. Il film dovrebbe ormai essere già in fase di
montaggio, e l’uscita nelle sale, se tutto va bene, dovrebbe essere uno
degli eventi del 2007 cinematografico.
In attesa del ritorno nelle sale, Dario
Argento si è tenuto in allenamento con dei lavori televisivi, tra cui due
episodi della serie Masters Of Horror,
il più recente dei quali, Pelts,
presentato al festival di Torino (oggi minacciato dalle istituzioni locali
incazzatissime per non si sa bene quale motivo, date un’occhiata al forum
all’indirizzo http://forum.torinofilmfest.org/forum )tra un pubblico entusiasta e adorante.
Tratto da un racconto dello scrittore F.
Paul Wilson, autore del romanzo La
Fortezza, da cui il film omonimo di Michael
Mann, e sceneggiato dal giovane Matt
Venne, il mediometraggio vede come protagonista l’attore-cantante Meat Loaf nella parte di Jake, un
pellicciaio innamorato di Shana (Ellen
Ewusie), una spogliarellista che dal canto suo lo ignora. Per realizzare
una pelliccia bellissima, in grado di conquistargli i favori della ragazza,
l’uomo utilizzerà una partita di pelli di procione maledette. In un
classico apologo sulla sfida uomo-natura dalle sfumature animaliste, Argento si diverte a innestare il
massimo possibile di splatter, con una serie di morti violentissime ed efferate
causate dalla vendetta degli animali fatati. Mentre tutto l’episodio si
caratterizza come una discesa libera sul terreno dell’horror più
sanguinolento, suscitando reazioni che vanno dall’orrore all’ilarità,
è da notare l’atmosfera magica e misteriosa, e tipicamente argentiana,
della sequenza in cui Jake si reca al campo dove sono stati catturati i
procioni, a cui fa da guardia una anziana, misteriosa donna. Lo stile visivo
dell’episodio, girato in un digitale pulito ed elegante, è caratterizzato
da forti campiture cromatiche, e a farla da padrone è naturalmente il rosso
caro ad Argento. Quel rosso di cui ci
esaltiamo fin dalla primissima scena, quel flash accecante di buio che pian
piano ci delinea i corpi sfracellati del massacro tinto sangue ed aggressione
che trova lentamente esplicitazione dal buio: inizio senz’altro stiloso
(seppur dejà vu) che mescola ingegnamente il vecchio Argento (quello seventies, splatto-misterioso) al nuovo Argento (legato alle nuove tecnologie,
al detectivismo post-moderno); un binomio, questo, che ritroveremo per tutto il
film, come se Pelts non fosse altro
che una valida palestra dove il regista ha la possibilità di (ri)provare le sue
carte più classiche con nuove vie d’aggiornamento sempre più funzionali
per la propria carriera. Altro segno d’autore sono le musiche, affidate a
Claudio Simonetti, compositore delle
colonne sonore dei più famosi film del Nostro. Tra i comprimari va segnalata
almeno la presenza di John Saxon
nella parte del cacciatore di pellicce.
In definitiva Pelts è un esercizio di
stile assolutamente godibile, che dimostra come, in un contesto produttivo meno
disastrato di quello in cui ha realizzato, per fare un esempio, Il cartaio, Argento sia ancora in grado di offrire prove di buon livello. Ma è
dal suo nuovo lungometraggio che ci aspettiamo che la sua fantasia possa
viaggiare di nuovo a briglie sciolte…
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