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BAT TLE
A CURA DI PIERRE HOMBREBUENO
Basti sfogliare l’ultimo numero di Nocturno, con il dossier dedicato al
cinema horror indipendente italiano per rendersi conto che il panorama pulula
di ricchi sottoboschi invisibili dove scovare gemme e autori assetati di
carne e sangue, film che non trovano una distribuzione se non
all’estero, ancora una volta a confermare deliri, contraddizioni ed
errori del belpaese. Se da un lato è giusto gioire dell’arrivo in sala
di Shadow, in quanto prodotto
horror italiano senza l’appoggio di nessuna major (di per sé un piccolo
miracolo qui da noi), dall’altro lato è innegabile chiedersi il perché
trova un’uscita in sala proprio questo film, quando chiunque bazzichi
un po’ il giro è ben consapevole dell’esistenza di opere sicuramente
più meritevoli. Chiamarsi Zampaglione
è certamente un vantaggio (anche se trattasi di un vantaggio limitato, dato
il flop del suo precedente Nero
Bifamiliare), resta il fatto che Shadow
è un horror for dummies, pellicola per chi si accontenta (e quindi gode) o
travisata dai fedeli come nuovo sdoganatore del genere fra le nostre sale,
ennesima chiave che promette di aprire mille porte per poi finire nel
dimenticatoio più becero (vedisi Imago
Mortis). Certo, rispetto al suo precedente film, è palese in Shadow una maggior consapevolezza
registica da parte del vocalist dei Tiromancino,
l’atmosfera della torture room ha l’evocazione del lercio, e il
twist, per quanto già affrontato da diversi film, funziona per aprire il
sottotesto politico e sociale più evidente. Ma siamo ancora lontani anni luce
per riuscire anche solo a toccare le vette delle opere horror che hanno fatto
la storia del nostro Cinema, e in diversi momenti Zampaglione sembra quasi auto-censurarsi ricorrendo al
contro-campo o al fuori-quadro invece di mostrarci il vero sadismo
dell’orrore; che l’essere voyeur sia una prerogativa di certo
horror non è un mistero, ma il regista sembra tapparsi volutamente
gl’occhi, in quanto è il primo ad avere paura, a non voler rischiare.
Per questo Shadow finisce ad
essere, alla fine dei conti, un film inutile, che lascia freddi, senza
entusiasmi seppur senza bestemmie. Un’occasione sprecata che ri-apre la
solita scia di domande a cui continuiamo a non trovare risposta: Perché, fra
i tanti prodotti horror nostrani, proprio Shadow
è riuscito a trovare una sua distribuzione nelle sale? Chi ha potuto
permettere tutto ciò? Queste suddette persone che detengono il potere di
scegliere quali film horror italiani far uscire hanno mai visto un film di Lucio Fulci o Ruggero Deodato? Perché Alex
Infascelli ormai esce solamente in edicola, mentre Zampaglione è accolto come il nuovo messia liberatore? Misteri
della fede. (24/05/10) |
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