REAL FICTION
REGIA: Kim Ki Duk
CAST: Ju Jin-Mo, Kim Jin-Ah, Son
Min Seok
SCENEGGIATURA: Kim Ki Duk
A cura di Claudia Scopino
KOREA FILM FESTIVAL 05’
REPORT: L’ ILLUSORIO MONDO DELLA REALTA’
Già a partire dal titolo Kim Ki-duk
s’interroga e ci interroga sulla realtà e sulla finzione: Finzione Reale,
ovvero un binomio tra due mondi opposti che però possono trovare punti di
legame. Ed è proprio quello che fa il regista con questo film, decisamente uno dei suoi migliori, dove unisce tecnica e
contenuto nell’esplorare il cinema e la (nostra) vita. La storia
raccontata è quella di una tremenda vendetta, di un uomo solitario e
maltrattato dalla società che per lavoro fa il ritrattista (e disegnare un
volto è cercare di capire un anima, di prenderne
l’essenza e riprodurla, e infatti nel film saranno numerosi i personaggi
ritrattisti o pittori) e che un giorno viene invitato da una donna (un diavolo
tentatore o l’angelo della redenzione?) in un teatro. Scopriremo nel
corso del film come su quel palco il nostro protagonista si liberi
finalmente dei suoi fantasmi: egli sta parlando con la sua coscienza, con un
altro io, con una dimensione altra da sé che finalmente riesce a fargli
esprimere la rabbia per tanto tempo repressa, che lo guiderà nel viaggio dentro
sé stesso, risolto per il mondo esterno in una furia vendicatrice che non
esiterà a uccidere tutti coloro che non dimostreranno almeno gentilezza nei
suoi confronti. Real Fiction è una semplice storia di
vendetta, o almeno così sembra, narrata in modo cruento e sanguinario da Kim Ki-duk, che mostra una realtà
(scissa nel quadro tra la macchina da presa e la videocamera digitale della
donna) violenta e disturbatrice. Ma in realtà nel finale a sorpresa tutto ciò
che abbiamo visto si presenterà in maniera diversa, opposta, ovvero scopriremo
che la storia raccontata con così tanto realismo non era
che un sogno, o una proiezione personale, o magari anche un desiderio. Ma non
solo, è nell’ultima inquadratura, negli ultimi due secondi, che Ki-duk sorprende lo spettatore, e rivela la grande verità che ogni spettatore conosce ma non ammette: Real Fiction non è altro che un film. Una finzione
mascherata da realtà. Alle apparenze sembra quasi un piccolo film sperimentale
(quasi intimista con quei primi piani che seguono il protagonista, studiandone
il volto, la rabbia, l’oppressione), ma in realtà dietro vi è stato un
incredibile sforzo produttivo: infatti è stato girato
in 200 minuti, dopo 10 giorni di prove, con 10 macchine da presa, 2 videocamere
digitali e l’aiuto di 11 assistenti alla regia. Forse tra i più
sottovalutati film di Kim Ki-duk,
ma per la pluralità delle dimensioni narrative e la tecnica sperimentale, Real Fiction è davvero una piccola grande
sorpresa.
(19/04/05)