Ultimi aggiornamenti
A cura di Alessandro Tavola
Proiezioni del Concorso concluse. Ormai di questo posto chiamato Festival di Venezia sta per rimanere solo l'involucro, e l'anestesia sparisce piano con due punti di domanda: Life without principle di Johnnie To e Texas killing fields di Ami Canaan Mann. E Muller è il re del mondo.
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A cura di Alessandro Tavola
Il poco di sangue che ci è rimasto, lo berremo durante la premiazione. Tsukamoto e l'orrore tramutato in commedia (ro)ema(n)tica con Kotoko. Il Faust ribollito di Sokurov. Il film migliore in Concorso: Killer Joe di William Friedkin. Ma anche gli alieni sono riusciti a portarci a letto: L'ultimo terrestre di Gian Alfonso Pacinotti.
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A cura di Alessandro Tavola
A Venezia a galleggiare, a gareggiare, senza ancora un vincitore capace di creare/gestire/accettare/distruggere: la gente quadrata in The Exchange di Eran kolirin, la superbia part-time di Cristina Comencini con Quando la notte, gli androidi-meglio-degli-uomini in Eva di Kike Maillo e i conigli assassini di Takashi Shimizu.
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A cura di Alessandro Tavola
Undici verità apocalittiche su ieri e su questa Mostra del Cinema tutta, tra la fine imminente del pianeta di Abel Ferrara, quella già avvenuta di Andrea Arnold, le piogge di sangue e i vendicatori sporchi di carbone con la sigaretta in bocca a Sorpresa, fino alla pace tra quattro semplici muri di Ann hui.
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A cura di Alessandro Tavola
Himizu ci ha mangiato il cervello con tanti morsi, s'è fatto del sushi coi brandelli dei positivisti (e Sion Sono avrà la pagine che merita nei mesi a venire). Il resto dei pesci presi erano già marci (ma non lo sapevate): Tinker, tailor, soldier, spy di Tomas Alfredson, Terraferma di Emanuele Crialese, Io sono Li di Andrea Segre.
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A cura di Alessandro Tavola
Cinema finito nello stomaco (e poi evaso) dalla videoarte: Shame di Steve McQueen ha un avversario invisibile, The Invader di Nicolas Provost. Ma anche altrove non c'è spazio per aver fiducia nel genere umano: Dark Horse di Todd Solondz, Twilight Portrait di Angelina Nikonova (ma non è una guerra fredda).
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A cura di Alessandro Tavola
Pensieri shot non troppo messi a fuoco ed un «Forse» su: Sal di James Franco, Alpis (Alps) di Yorgos Lanthimos, Hail di Amiel Courtin-Wilson, Poulet aux prunes di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, Cose dell'altro mondo di Francesco Patierno, Wilde Salome di Al Pacino, Alois Nebel di Tomas Lunak.
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A cura di Alessandro Tavola
Autori che si stanno dissolvendo, Autori che riprendono ad assomigliare ad un cocktail psichedelico: A dangerous method di David Cronenberg, Café de Flore di Jean-Marc Vallée, due spiriti senza autenticità. E poi: il classicismo esasperato e fantasy che ci fa da collirio, comodi ad assorbire le radiazioni del già-visto.
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A cura di Alessandro Tavola
Madonna, Polanski, Garrel e la prima sorpresa italiana (fuori concorso): giornata femminile, di guerrigliere trasversali, rapitrici (o creatrici, riformatrici) di inquadrature. Salotti, paralleli temporali, spiagge, Italia/Francia: a mordersi, a piangere, a farsi spegnere le sigarette sul braccio, a chiedere «Amami.».
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A cura di Alessandro Tavola
There is no Clooney, ma solo una fiera deserta dei corpi: lussuriosi, martoriati, mutilati, colorati, sporchi di fango, tra eroi e ballerine. Un documentario alieno, l'erotismo neorealista fallimentare delle Giornate degli autori e già il primo film tappa-buchi del Concorso.
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