Ultimi aggiornamenti
A cura di Ilario Pieri
VISIONE. Abrams e Spielberg, emoziona(n)ti oggi come allora. Opera luminosa come le notti stellate dell’Ohio a caccia di esperienze, malinconica come un’anima strappata quando un pezzo di famiglia non c’è più, come un treno impazzito destinato a dirottare, una tempesta di energia, zona del crepuscolo umano.
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A cura di Pierre Hombrebueno
VISIONE. Tutto è già risaputo in quanto classico, senza età, perennemente nuovo per quanto già vecchio. Puro equilibrio di romance e commedia, è tutta questione di tagli e momenti: è necessario essere stupidi, è necessario amare, almeno nel cinema, almeno per il cinema, dentro il cinema, bucando e scopando il cinema.
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A cura di Alessandro Tavola
VISIONE. «It's always me, me, me» sembra dire Crialese, rimasto vittima di presunzioni e qualche osanna di troppo, con nessuno a sparargli un sedativo nel culo al momento giusto. Ritorto su se stesso, tanto da far pensare ch’egli non sia in grado filmare se non sempre la stessa cosa allo stesso modo.
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A cura di Paolo Villa
VISIONE. Detective Dee è come una sfida al cinema cinese: Tsui Hark sembra ritornato a macinare idee, arrivando a ribaltare decenni di cinema fantastico di fantasmi e maghi che hanno animato la cinematografia di Hong Kong, mettendo in atto una negazione del fantastico, una nuova versione del genere.
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A cura di Matteo Fumagalli
VISIONE. Passerella blanda di noiosissimi teenager: I segreti della mente è il completo fallimento, il canto del cigno della creatività visionaria di uno degli (ex?) registi giapponesi più importanti degl’ultimi anni. Vedere marcire un autore così, è sempre una pugnalata dritta al cuore.
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A cura di Pierre Hombrebueno
VISIONE. Saoirse Ronan è un essere androgino e dolorante, Joe Wright la insegue mentre spacca il culo a tutti. Lo spazio è quello del delirio, del video-clip impazzito, della pulizia iper-stilizzata, dei combattimenti trasformati in danze macabre, in riprova di virtuosismo e versatilità.
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A cura di Alessandro Tavola, Tommaso Barbetta, Nicola Cupperi, Paolo Villa
Di crediti, cambi o rimborsi non ce n'è bisogno. Una Selezione polifonica che Muller potrebbe mettersi a sbandierare nudo dal punto più alto del Palazzo del Cinema fiero. I vincitori di Venezia68, e i nostri cuori, sul Cinema che non finisce mai, ma che anzi cresce e sfonda i muri e i marciapiedi, anche senza ascese mistiche.
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A cura di Tommaso Barbetta
VISIONE - VENEZIA 2011 PREMIO MASTROIANNI. Grido di speranza. Allegoria simmetrica: adolescenza, tsunami. Disperato barcollare nella città in cerca di una redenzione insanguinata. Sono come in Love Exposure si allontana da qualsiasi canone, creando un'opera borderline che attraversa ogni genere.
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Alzi la mano chi non sia convinto che le teste rasate non siano altro che un gruppo di ubriaconi antisemiti, un branco di “teste vuote e ossa rotte” dedite al culto della svastica con l’inclinazione naturale a menar le mani. Niente di più sbagliato invece, e Shane Meadows lo sa.
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A cura di Luca Lombardini
VISIONE. Bucare l'acqua quando si ha a disposizione un bignami cinematografico predefinito è impresa per pochi eletti. Steven Soderbergh, uno dei registi più sopravvalutati della Hollywood contemporanea, vi riesce grazie a Contagion: creatura impalpabile firmata da un cineasta tutt'ora borderline tra il ci fa e il ci è.
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